skip to main |
skip to sidebar
Oggi sono della serie contemplativa pallosa.
Sai di quelle giornate che ti svegli già con una musica nella testa e mille idee che ti ronzano. Ecco oggi io mi sento così. Stavo rifacendo il letto e dopo aver provato al volo l'intro stupendo di Nothing Else Matters mi sono chiesta come mai sono riuscita in una sola settimana ad imparare qualche accordo, a farmi venire i calli sulle dita e imparare una canzone dei Metallica quando 15 anni fa non sono riuscita nemmeno a portare a termine Il gatto e la volpe di Bennato. Pensavo che forse come nei libri ogni cosa ha il suo preciso momento, e non sai mai quando questo sarà se non quando ci chiamerà l'oggetto stesso. Un po' come l'anello con il suo padrone.
Ad esempio i libri. Quelli hanno il potere speciale di farti capire a modo loro quando leggerli. Alcuni di loro si iniziano ma non si finiscono per qualche ragione, o magari perché non ci piacciono, oppure continuiamo a comprarli sebbene abbiamo la libreria piena e nessun posto dove metterli. Poi arriva un bel giorno magari dopo anni, ed ecco che riprendiamo in mano quel libro e lo stesso ecco prendere una nuova luce e in quel momento ci sembra lo scritto più bello della nostra vita.
In fondo il libro è sempre lo stesso, siamo noi ad essere cambiati, e se prima non ci diceva nulla, adesso è pieno di significato. Sono loro che ci chiamano, sono loro a dirci quando è il momento giusto per essere letti.
Quindi le cose seguono un loro preciso percorso.
Noi possiamo solo prendere le strade giuste affinché combacino.
Mi domando se avessi imparato a suonare la chitarra quando avevo 11 anni.
Probabilmente la strada che avrei preso sarebbe stata diversa.
Forse non avrei incontrato mio marito perché adesso è lui che mi sta insegnando a suonare.
Forse il destino non avrebbe fatto incontrare due assi della chitarra. A che pro? Magari si, forse avremmo messo su un gruppo come i White Stripes, o forse ci saremmo scannati dalla mattina alla sera. Tutti forse. Tutte alternative alla mia vita che posso solo immaginare, niente di più.
E così questa mattina mi ritrovo a pensare alla ruota del destino e al suo naturale decorso. Secondo me la vita è un'enorme gioco nel quale noi siamo delle pedine e qualcuno sopra di noi tira i dadi. C'è chi perde subito, c'è chi prende strade sbagliate, c'è chi prende strade giuste ma poi torna indietro, c'è chi affronta i nemici senza batter ciglio, c'è chi diventa il nemico per far fuori i più deboli.
E c'è chi si diverte ancora dopo anni a giocare a risiko.
Forse questa è la parte che più mi spaventa, e forse è la parte che non riesco ancora a comprendere, e perché debba far parte della nostra esistenza.
Il buddista pensatore
Oggi sono della serie contemplativa pallosa.
Sai di quelle giornate che ti svegli già con una musica nella testa e mille idee che ti ronzano. Ecco oggi io mi sento così. Stavo rifacendo il letto e dopo aver provato al volo l'intro stupendo di Nothing Else Matters mi sono chiesta come mai sono riuscita in una sola settimana ad imparare qualche accordo, a farmi venire i calli sulle dita e imparare una canzone dei Metallica quando 15 anni fa non sono riuscita nemmeno a portare a termine Il gatto e la volpe di Bennato. Pensavo che forse come nei libri ogni cosa ha il suo preciso momento, e non sai mai quando questo sarà se non quando ci chiamerà l'oggetto stesso. Un po' come l'anello con il suo padrone.
Ad esempio i libri. Quelli hanno il potere speciale di farti capire a modo loro quando leggerli. Alcuni di loro si iniziano ma non si finiscono per qualche ragione, o magari perché non ci piacciono, oppure continuiamo a comprarli sebbene abbiamo la libreria piena e nessun posto dove metterli. Poi arriva un bel giorno magari dopo anni, ed ecco che riprendiamo in mano quel libro e lo stesso ecco prendere una nuova luce e in quel momento ci sembra lo scritto più bello della nostra vita.
In fondo il libro è sempre lo stesso, siamo noi ad essere cambiati, e se prima non ci diceva nulla, adesso è pieno di significato. Sono loro che ci chiamano, sono loro a dirci quando è il momento giusto per essere letti.
Quindi le cose seguono un loro preciso percorso.
Noi possiamo solo prendere le strade giuste affinché combacino.
Mi domando se avessi imparato a suonare la chitarra quando avevo 11 anni.
Probabilmente la strada che avrei preso sarebbe stata diversa.
Forse non avrei incontrato mio marito perché adesso è lui che mi sta insegnando a suonare.
Forse il destino non avrebbe fatto incontrare due assi della chitarra. A che pro? Magari si, forse avremmo messo su un gruppo come i White Stripes, o forse ci saremmo scannati dalla mattina alla sera. Tutti forse. Tutte alternative alla mia vita che posso solo immaginare, niente di più.
E così questa mattina mi ritrovo a pensare alla ruota del destino e al suo naturale decorso. Secondo me la vita è un'enorme gioco nel quale noi siamo delle pedine e qualcuno sopra di noi tira i dadi. C'è chi perde subito, c'è chi prende strade sbagliate, c'è chi prende strade giuste ma poi torna indietro, c'è chi affronta i nemici senza batter ciglio, c'è chi diventa il nemico per far fuori i più deboli.
E c'è chi si diverte ancora dopo anni a giocare a risiko.
Forse questa è la parte che più mi spaventa, e forse è la parte che non riesco ancora a comprendere, e perché debba far parte della nostra esistenza.
0 comments:
Posta un commento